Le soluzioni adottate al Paradiso di Frassina per contrastare il caldo e la carenza idrica

Contrastare il caldo e la carenza idrica in vigna

Mai come quest’anno, il tema del riscaldamento globale sta diventando così attuale e così preoccupante. Caldo estremo e carenza idrica stanno causando seri danni ambientali. 

Siamo di fronte alla difficoltà di coltivare la vite con gli eccessi di caldo e la carenza di acqua, e proprio per questo stiamo adottando delle soluzioni utili per contrastare queste problematiche, grazie all’utilizzo di prodotti naturali e ad una determinata gestione della pianta e del terreno.

Il Professor Stefano Mancuso e gli studi sulle piante e sul loro ruolo nel contrastare il riscaldamento globale

Il Paradiso di Frassina è noto per gli esperimenti sugli effetti benefici delle frequenze sonore sulla vitis vinifera, condotti con la collaborazione dell’equipe del Professor Stefano Mancuso del dipartimento di Neurobiologia Vegetale dell’Università di Firenze per gli aspetti bio-fisiologici. 

Fu Stefano Mancuso che aiutò Carlo Cignozzi, il creatore della Vigna di Mozart, ad esplorare questo incredibile progetto scientifico di musicare i vigneti.

Il Professor Stefano Mancuso dell'università di Firenze
Il Professor Stefano Mancuso – foto Corriere.it

Al Paradiso di Frassina, azienda biologica, la vite cresce accompagnata costantemente dalla musica di Mozart, e qui vengono prodotti vini eccellenti come il Flauto Magico, Brunello di Montalcino DOCG. La musica fa bene alla vite e così anche al vino, che viene prodotto senza l’utilizzo di prodotti chimici nocivi proprio grazie al potere benefico della musica sulle piante.

Il professor Stefano Mancuso, parlando dei problemi legati al riscaldamento globale ci spiega che  «le piante sotto stress stanno diventando più piccole» perché così si difendono, “rimpiccioliscono perché devono conservare acqua e di conseguenza anche il nutrimento”.

Mancuso ci insegna come proprio “le piante ci salveranno dal riscaldamento globale” in quanto “È chiaro che le piante sono la soluzione concreta al problema del riscaldamento globale per la loro capacità di assorbire anidride carbonica; significa che abbiamo in mano una soluzione straordinaria, bisogna soltanto far capire quanto lo è.”

Le piante sono infatti “organismi intelligenti, con capacità diverse dalle nostre, ma non inferiori”. 

Le soluzioni e i trattamenti contro il grande caldo e la mancanza d’acqua 

Al Paradiso di Frassina abbiamo deciso di adottare una serie di soluzioni e di tecniche che possono aiutare le nostre viti contro il caldo e la siccità.

L’utilizzo del Caolino

L’utilizzo del caolino serve a contrastare gli eccessi di caldo e la carenza idrica. Il caolino è una roccia costituita da un minerale chiamato caolinite presente in natura in maniera abbondante, è di colore biancastro e le sue caratteristiche fondamentali sono quelle di creare uno strato protettivo che riduce le scottature solari.

Il colore bianco non riduce solo le scottature ma previene lo stress termico, è un prodotto che noi al Paradiso di Frassina stiamo usando molto in questi ultimi anni e soprattutto quest’anno in cui siamo di fronte ad un forte stress idrico. 

Evitiamo così di dare prodotti a base di zolfo o rame che stresserebbero maggiormente le piante e utilizziamo invece questo prodotto naturale per preservare la pianta dagli insetti e dai funghi e per proteggerla al tempo stesso dalle scottature solari, abbassando un po la temperatura all’interno delle foglie e all’interno dei grappoli che stanno crescendo.

ill caolino in vigna prodotto naturale

Gestione della vegetazione, uso di funghi, alghe, e macerati di ortica ed equiseto

Oltre all’uso del Caolino abbiamo adottato anche altre tecniche, anche a livello di gestione della vegetazione per cui quest’anno non abbiamo proceduto come al solito a delle pratiche agronomiche usuali come quella della cimatura. Abbiamo infatti deciso di non tagliare i tralci della vite per evitare un ulteriore stress alla pianta, in quanto con i tagli la pianta soffre, c’è una perdita di acqua e di liquidi. I tralci sono stati avvolti lungo l’ultimo filo in modo che non diano fastidio al passaggio dei trattori e al tempo stesso creino una sorta di ombra alla vegetazione e ai grappoli sottostanti.

Inoltre, almeno per adesso, abbiamo deciso di non procedere alle pratiche agronomiche di sfemminellatura.

La femminella è un germoglio che non porta frutto e che cresce opposto al grappolo, producendo molte foglie che vanno a creare umidità aumentando quindi il rischio di malattie.

Osservare ed ascoltare le piante per “capire di che cosa hanno bisogno”

Quest’anno, pur essendo cresciute meno femminelle del solito, abbiamo deciso di lasciarle per tutelare il più possibile la pianta che già è in stress, in modo così da non appesantirla creando al tempo stesso un pò di ombra al grappolo.

Data la pochissima acqua, l’incidenza delle malattie è stata molto bassa quest’anno, e quindi abbiamo evitato del tutto di usare lo zolfo nel corso di tutta la stagione, sostituendolo con prodotti alternativi. Lo zolfo infatti, che serve per combattere malattie della vite come l’oidio, tende a creare delle bruciature sulle foglie perché reagisce col sole.

Visto che lo zolfo non era necessario ci siamo adeguati alla situazione della pianta e non lo abbiamo usato. 

Ad inizio stagione abbiamo invece usato dei funghi antagonisti che andavano a combattere e ad entrare in competizione con i funghi che creano l’oidio e poi abbiamo proseguito con dei macerati di ortica e di equiseto. 

L’equiseto rilascia sulla vegetazione delle scaglie di silice e rende quindi la superficie ruvida per cui la spora del fungo trova molta più difficoltà a muoversi sulla pianta e quindi ad entrare negli stomi della foglia.

Sono quindi tanti piccoli accorgimenti quelli che abbiamo messo in atto per salvaguardare il più possibile la pianta, non per ultimo l’uso di alghe selezionate che servono per il nutrimento della pianta ma anche per combattere lo stress termico.

Si tratta quindi di osservare ed ascoltare le piante, e “capire di che cosa hanno bisogno”, per usare le parole del grande Professor Mancuso.

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